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      Se voi esponete in un tempo istesso al popolo tutte le veritá, ne avverrá che molte non potrá intendere; da talune sará offeso, perché contrarie ai suoi interessi ed a pregiudizi suoi, altre ne trascurerá, e di moltissime abuserá, ignorandone ed i princípi e le conseguenze. Se volete esser utile al popolo, non dovete mai metter in contrasto la veritá col potere. Allora o convien che la veritá ceda, o, se vorrá vincere, sará necessario che coloro, i quali la predicano, diventino potenti. E, divenuti una volta tali, chi sa se si ricorderanno di esser sapienti? Se volete esser utile al popolo, prima di tentare il suo intelletto, guadagnate il suo cuore. Ciò che non piace non si ascolta, e ciò che non si ascolta non può persuadere. Or quale è l'uomo che possa udir tutte le veritá? È inevitabile che esse siano ad alcuni di rimprovero, ad altri di freno, ad altri di terrore. Vi son delle veritá che piacciono a tutti; ve ne sono di quelle che piacciono a molti; altre finalmente che debbon eternamente esser le veritá di pochi. Quelle stesse veritá, che un giorno debbon diventar comuni, non è prudente che si propaghino fuor di tempo, piuttosto direi divulgate che comunicate; ma vi è bisogno di preparazione, e giugneranno ad esser comuni, quando il popolo sará degno di udirle.
      Conoscer tutte le veritá; esporre solamente quelle delle quali il popolo ha bisogno nel presente, e preparar, come in deposito, le altre delle quali potrá aver bisogno un giorno; conoscer i modi piú atti a diffonder rapidamente le prime e conservar piú utilmente le seconde, onde né si perdano per obblio, né per imprudenza si divulghino inopportunamente, ed evitare in tal modo ed il languore della nazione, che produrrebbe il primo, e le rivoluzioni pericolose, che nascerebbero dalla seconda; simile insomma a Dio, comunicare ad un popolo lo spirito della vita, senza esaurirne, senza chiuderne la fonte: ecco i doveri del saggio di cui noi parliamo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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