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      Difatti egli non prostituí mai la religione a lusingare il vizio potente. Quando Falaride lo invitò a purificare i riti di Agrigento, sai tu che gli rispose? - Purifica prima il tuo cuore. Ogni religione richiede un mediatore tra gli dèi e gli uomini. Se quelli mi domanderanno chi mai sia il mediatore degli agrigentini, che potrò risponder io? Potranno mai gli dèi, i quali amano la giustizia ed odiano il sangue, ascoltar propizi i voti che Falaride offrirá per gli agrigentini o gli agrigentini per Falaride? -
      Egli ripeteva sovente questa massima: - Quale è l'uomo piú dannoso alla cittá? Colui che abusa del nome degli dèi per servire un potente. Quale l'uomo piú dannoso a se stesso? Colui che abusa del nome degli dèi per servire ad un altro uomo. Gli dèi han date agli uomini le armi, ed essi ne abusano per commetter delle ingiustizie; ma il loro nome l'han riserbato solo per insegnar la virtú. -
      Or voi interrogate tutta l'Italia, e saprete se Pittagora abbia sempre praticato ciò che ha detto.
     
     
     
      XV
     
      SECONDO RAGIONAMENTO DI ARCHITA
     
      [Necessarie cautele nel giudicare i grandi uomini - Stratagemma usato da Pitagora nel fondare la sua scuola a Samo - Inesorabilitá di lui in fatto di morale - Le oscure sentenze pitagoriche nient'altro che proverbi popolari - Interpetrazione di alcune di esse - Sono quasi sempre proverbi antichissimi, e non inventati da Pitagora - Difficile non l'inventare proverbi, ma scoprirli in un popolo e sapersene servire - Utilitá didattica dei proverbi - Perché le leggi civili debbano essere diverse dai precetti religiosi e dai costumi - Un riformatore deve dar pochi precetti e molti consigli - Utilitá degli esempi dati dagli uomini virtuosi - A essi soltanto un riformatore può confidare integralmente la sua dottrina - Collegi pitagorici e loro classi - Pitagorici e pitagorei - Dottrina interiore e dottrina esteriore nella filosofia pitagorica, quella segreta e questa pubblica, e perché - Ottima accademia ma pessima cittá quella di soli sapienti - Un mezzo savio è un pazzo finito - Errore tanto il mettere il popolo a parte di tutti i segreti dei saggi, quanto il vietargli i buoni studi utili alle arti - Ottima cittá quella in cui ciascuno sia al suo posto - Rispetto per gli dèi e pei maestri voluto da Pitagora - Stolto, pei saggi, disputare delle loro dottrine davanti al popolo - Dovere imprescindibile dei maestri di non farsi mai mancar di rispetto - Bisogno, per le dottrine destinate a produrre riforme popolari, di collegi, iniziazione, segreto - Misteri eleusini e di Samotracia non piú utili quando diventati troppo comuni - Ma i collegi non debbono mai isolarsi dagli uomini - Triplice fine dei collegi pitagorici - Diffusione del pitagorismo in Magna Grecia, in Lucania e nel Sannio, e suoi benefici effetti - Ma la riforma non fu compiuta per mancanza di tempo - Persecuzione di Cilone contro i pitagorici - Abolizione della schiavitú propugnata dai pitagorici - Rivolte degli iloti a Taranto e abolizione della schiavitú civile - Contro le cittá a regime schiavistico - Odio dei grandi contro i pitagorici - Concitarono contro loro i popoli, concedendo a questi una eccessiva libertá.]


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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