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      E qual gloria, o Giove! può esser mai in disprezzar ciò che noi stessi crediamo vilissimo(100)?. Odio gli spartani, perché trattano tanto male i loro iloti. Essi hanno la caccia degli schiavi come quella delle fiere(101). E per me sono grandi tutti coloro i quali hanno provveduto alla vita degli schiavi ed hanno condannati quei padroni che troppo duramente li trattavano. Voi ateniesi non siete stati gli ultimi a divenir umani(102). Vi fu un tempo in cui né tra voi greci, né tra noi italiani si conobbe servitú. Tale era quel tempo del buon Saturno, in di cui onore gli schiavi di tutti i popoli riprendono, in taluni giorni dell'anno, le apparenze della libertá. I popoli conquistatori furono i primi ad introdurre la servitú. Tra voi furono i tessali, gli spartani, i cretesi. Vincitori degli antichi abitanti del luogo, li condannarono a coltivar la terra, serbando per loro il dritto di vivere oziosi. Superbi per la vittoria, si credettero di una razza superiore ai vinti. Quei di Chio dicesi che sieno stati i primi ad aver degli schiavi comperati con denaro. Era questo piú umano, ma non meno pericoloso. Voi sapete ciò che si disse di tal fatto.--Quei di Chio hanno comprati i padroni;--e le sedizioni e le desolazioni, dalle quali quell'isola è stata tante volte lacerata e quasi distrutta, han confermata coll'esperienza la saviezza del proverbio antico(103).
      Ma, oimè! quanto è difficile fare il bene e quanto è vero che il savio non deve tentarlo se non tremando! Era inevitabile che governassero sempre molti pittagorici; e come no, se erano i migliori?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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