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I filosofi italiani hanno scritti molti libri sulle arti utili: non ve ne è una sola che possa dirsi trascurata. Essi hanno libri sulla pittura, sull'architettura, sulla musica, sulla ginnastica, sull'agricoltura, sulla pesca, sulla caccia; hanno osservata e descritta la natura di tutti gli animali, di tutte le erbe, di tutte le pietre. Vuoi piú? la stessa arte della cucina non è stata riputata indegna delle loro cure, e forse i pittagorici sono stati i primi a scriverne precetti piú atti a riunire il diletto alla sanitá. Archita, lo stesso Archita, ha scritto un trattato sull'arte di preparare i cibi(123).
Qual uomo è mai questo Archita! Qual ampia versatilitá della sua mente! Gli stessi suoi giuochi sono ammirabili; e quella macchinetta, che egli ha inventata per trastullo de' suoi piccoli figli, è tale che forma l'ammirazione degli uomini piú vecchi. Egli costruí, tempo fa, una colomba di legno, la quale eseguiva tutti i moti di una colomba vera e viva(124). Quest'altra macchinetta di cui ti parlo, che per forza d'ingegnosa architettura esegue molte sinfonie, ha fatto nascer qui in Taranto un proverbio, per cui chiamansi "crepitacoli di Archita" tutti quegli uomini i quali parlan molto senza saper ciò che dicano. Quanti crepitacoli abbiamo nella nostra Atene!
Due cose, a creder mio, dimostrano piú che le altre la sapienza antichissima di questo popolo. La prima è quella di vederla da lungo tempo rivolta alle cose che servono alla vita; la seconda di vederla tanto commune tra le donne.
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