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      Noi dunque crederemo che le nostre leggi non sieno sicure in mano di un popolo intero. L'affideremo dunque noi ad un solo? Se questo solo sará giusto e la sua volontá temperata dalle leggi, il di lui governo sará il migliore di tutti: Iddio governa solo. Ma avremo il pessimo tra i governi, se questo uomo vorrá conculcare le leggi e farle servire ai suoi capricci. Perciò, o Cleobolo, noi diremo il miglior de' governi esser quello che non è affidato ad un solo, perché un solo può aver delle debolezze; non a tutti, perché tra tutti il maggior numero è di stolti; ma a pochi, perché pochi sempre sono gli ottimi. E questi pochi avranno obbligo di render ragione delle opere loro, onde la speranza dell'impunitá non li spinga o ad obbliare per negligenza le leggi o a conculcarle per ambizione; e perciò divideremo il pubblico potere in modo che le diverse parti del medesimo si temperino e bilancino a vicenda, e, dando a ciascuna classe di cittadini quella parte a cui pare per natura piú atta, riuniremo i beni del governo di un solo, di pochi e di tutti. Non ti pare, o Cleobolo, che tutte queste cose sia stato utile stabilirle tra noi prima d'incominciare la ricerca di quegli uomini che noi desideriamo per la cittá nostra?
      - Utilissimo.
      - Or sappi che questo è quanto i nostri han saputo dir di vero sulla scelta del migliore de' governi; e, quando il corso delle cose ne ha presentate le occasioni, non con altre massime hanno i governi delle loro cittá ordinati. Tu lo vedi in Taranto, i di cui ordini chiamansi da alcuni "oligarchici", perché coloro i quali governano son pochi; da altri democratici(145), perché il popolo non è servo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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