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      Noi ci siamo arrestati a queste prime apparenze de' sensi ed abbiamo realmente creduto che gli astri girassero eternamente intorno al nostro globo, che immaginavamo stabile nel centro dell'universo. Che altro sapevamo noi piú dei primi pastori nostri padri, i quali, vedendo il sole nascondersi, credevano realmente che egli tuffasse la sua testa orocrinita nel seno di Anfitrite? Ascolta ora un poco ciò che dicono i pittagorici.
      La terra non è il centro dell'universo. Dopo aver data ad essa quella grandezza che noi non le davamo, si è ingrandita egualmente la misura dell'universo, e mille pianeti simili alla terra si aggirano nell'infinitá dello spazio.
      La mano potente di Demiurgo(150) ha toccata la terra, ed essa è quella che percorre intorno al sole quell'immenso cerchio che gli astri sembran fare. I due grandi princípi motori di tutte le cose, la discordia e l'amore, la sostengono nell'eterno giro; e, mentre la prima la spingerebbe ad allontanarsi continuamente dal sole, il secondo ve la ritiene. E quindi avviene che essa percorre un cerchio, simile alla pietra nella fionda, che, spinta dalla forza a scorrere la linea dell'orizzonte, è ritenuta dal laccio intorno al braccio che la move. Noi non vediamo questo laccio invisible, che rattiene la terra; ma dal non vederlo credi tu che si possa conchiudere che non vi sia? Se nel mondo vi è un'intelligenza, deve servirsi di mezzi e deve avere un fine. Noi non comprendiamo i mezzi, perché, se li comprendessimo, sapressimo la natura dell'intelligenza istessa; dovressimo avere un'intelligenza eguale.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Anfitrite Demiurgo