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      Perciò si dice che, quando gli iddii voglion punire una cittá, le tolgono l'amor della virtú, e, per togliercelo, incominciano dall'estinguere l'amor della buona riputazione. Male, che diventa anche piú grave, perché non solo toglie lo stimolo, ma anche la norma delle buone azioni; e, quando anche taluno, piú forte de' vari rumori del volgo, volesse seguir la virtú, a qual partito, per Dio, potrebbe appigliarsi? qual opinione seguire con sicurezza di non errare?
      - Ecco appunto, o Ponzio - riprese allora Nearco, - l'utilitá di quelle cognizioni, che tu mostri di apprezzar tanto poco. Aristide, nella varietá delle opinioni altrui, trae dal fondo istesso della sua mente i segni per riconoscere la vera virtú.
      - Ottimamente hai tu parlato, o Nearco. Ma rifletti, ti prego, che questa scienza è utile sol quando lo stato di una cittá è giá corrotto.
      - Non intendo.
      - Tu stesso poco fa l'hai detto. Non hai detto forse che la scienza può servir di guida all'uom giusto, quando le opinioni degli uomini fossero diverse? Or, essendo le opinioni molte, e non potendo esser vera che una sola, perché una è la virtú, ne verrá in conseguenza che molti debbono averne un'idea non vera, ed essere in conseguenza viziosi. Questa vostra scienza, dunque, potrá essere tutt'al piú una medicina; ma, siccome essa è piú atta ad impedire i progressi del male che a ristabilir la salute, cosí invano dall'uomo, che ha bisogno di medicina, voi sperate lo stesso che fa l'uomo sano. Questa vostra medicina non sará mai per tutto il popolo, perché come mai potrá sperarsi che tutti sien savi?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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