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      Molti debbono esser addetti all'agricoltura, molti alle arti. Quanti dunque potranno udir Archita o Platone ed intenderli, e, tra questi, quanti ne profitteranno? Stabilirete voi dunque nelle vostre cittá un'oligarchia di virtú e di sapere, che è la peggiore di tutte, perché non solo rende gli uomini schiavi, ma anche degni della schiavitú? Se una cittá libera non avesse piú che un sol uomo virtuoso, chi potrebbe negare che in tal cittá la dominazione di un solo sarebbe necessaria(152)?
      Aggiungete che debolmente operano sull'animo nostro quelle veritá che impariamo giá adulti; profondissima impressione lasciano gli esempi che dalla fanciullezza ne circondano; utili sono quei precetti che vediamo praticar da tutti; inutili quasi sempre quegli altri che la pratica smentisce. E l'uomo virtuoso, che abita una cittá corrotta, dovrá ogni giorno lottar cogli esempi altrui. E chi sa che talvolta uno di questi esempi non lo seduca? tanto piú che gli manca il primo stimolo ad esser virtuoso, l'approvazione degli altri.
      - Ma vorresti forse tu dire che in una cittá corrotta non vi possa essere un uomo virtuoso?
      - Gli iddii mi salvino dall'aver sí bassa opinione degli uomini. Ma io credo, e fermamente credo, che quest'uomo sará raro. Forse ve ne sará un solo in un secolo, che dovrá molto sudare, molto soffrire, e che sará per lo piú inutile alla cittá, di cui non correggerá i costumi. Che anzi fará nascere una tal quale guerra di dispetto tra lui ed il volgo: questo lo disprezzerá, lo perseguiterá; egli maggiormente diventerá austero; e cosí la virtú diventerá piú impraticabile ed il popolo piú corrotto.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Archita Platone