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E, ciò detto, ci levammo.
XXIV
DI CLEOBOLO A SPEUSIPPO
[Dura filosofia quella di Ponzio e diversa da quella di Socrate - Carattere morale di Ponzio - Filosofia socratica predicante una virtú separata dagli affari domestici e incoraggiatrice dell'amore per la disputa - Carattere opposto della filosofia pitagorica - Sue massime fondamentali: temperanza e amor del lavoro - Sua morale diversa dalle massime delle religioni - Suo fine: amor del prossimo - Adatta ai poveri e agli infelici - La morale deve essere pura, semplice, umana, indipendente da tutte le opinioni - Un uomo come Pitagora è immortale.]
La virtú non è dunque altro che lavoro
... Per Ercole, Ponzio, questa tua filosofia è dura! Io dunque dovrò privarmi di tutti i diletti che mi offrono le mie ricchezze e la mia etá; io dovrò soffrire tutti gli amari sogghigni de' miei compagni; vincere gli altri e me stesso; e, quando avrò fatto tutto questo, io diventerò simile all'ultimo dei coltivatori d'ulivi dell'Hymetto? Socrate, al certo, non allettava cosí alla virtú i giovani ateniesi, ma li richiamava dalle arti vili alla contemplazione delle sublimi veritá. Essi obbliavano tutti i loro negozi per far cerchio a lui, che passeggiava disputando nel Pireo; e, se soffrivano privazioni di piaceri, godevano almeno di esser mostrati a dito ed udir dire dal popolo che passava: - Chi sono costoro? - Questi son saggi! -
- Ma chi è cotesto Ponzio, di cui tu mi parli? -
È verissimo: io ti parlava di lui come ti avrei parlato di Caridemo e di Aristotele, o di altro tale che tu vedi tutti i giorni in Atene.
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