Sappi, dunque, che Ponzio è sannita ed uno de' principali della sua gente. È amicissimo di Archita. Son quattro giorni che è in Taranto per affari della sua repubblica, antica alleata de' tarantini, e verrá con Archita e con noi in Eraclea, ove, ai primi giorni del mese venturo, si aduneranno i concili generali delle cittá italiane. Quest'uomo è dotato di gran mente e di gran cuore. Sulle prime le sue maniere, ruvidette alquanto, non piacquero molto né a me né a Nearco. Ma a poco a poco, conversando con lui, mi sono avveduto di ciò che si diceva di Socrate; cioè che egli era uno di quei Sileni di legno, i quali, sotto le apparenze di grosso ventre e di sconcia e quasi poco onesta figura, chiudon poi nel seno belli idoletti e mille altre cose rare e preziose(163). - Tutta l'arte consiste - dice Platone - in saperli aprire. Ma i giovani, conversando coi vecchi, di rado si prendon questa pena, perché, per l'ordinario, non si curan tanto di saper ciò che altri abbia di prezioso, quanto di mostrar ciò che hanno essi stessi. -
Questo Ponzio, dunque, ieri sera tenne sulla virtú un ragionamento, di cui l'ultima conseguenza è quella stessa massima, che tu troverai scritta al principio di questa lettera. Il suo ragionamento sconvolse tutte le mie idee. La notte non ho pensato che a Ponzio ed alla sua virtú. Mi levo di letto, mi metto a scriver questa lettera, e la incomincio non da quel punto da cui veramente incominciava la cosa, ma da quello in cui trovavansi allora le mie idee. Ora ci siam rimessi sulla strada e continueremo il cammino.
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