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      Questa risposta fu riputata da molti eroica, ed era imprudente. Dionisio si rivolge ai locresi. Questi eran nemici de' reggini e si reggevano con governo smoderatamente oligarchico. Come nemici dei reggini, furon lieti per l'alleanza di un potente, che potesse far le loro vendette; come oligarchici, furon superbi della parentela di un re. E non è stata la prima volta che alle ragioni di famiglia siensi sagrificate le ragioni dello Stato. Dionisio dichiara la guerra a Reggio. La storia ci dice che Reggio avea circa settanta galere, e questo ci può dare una misura della sua forza marittima. La forza terrestre dovea esser presso a poco eguale. I primi tentativi di Dionisio furon per mare, e non ebbero un felice successo. Si collegarono coi reggini i crotoniati, i turi, i cauloniti, i metapontini. Sappiamo che allora i turi misero in piedi un esercito di circa sedicimila uomini. La federazione generale de' greci fu allora interamente disciolta. Durante la guerra del Peloponneso gli spartani e gli ateniesi aveano seminati i primi germi di divisione tra i nostri popoli, rammentando loro l'antica origine, per cui tutte quelle cittá, che si credevan colonie achee, stettero per gli ateniesi, e tutte quelle altre, che si credevan colonie doriche, si dichiararono per gli spartani(184). Dionisio fomentò un pregiudizio, il quale, accrescendo le divisioni tra gl'italiani, rendeva piú facile a lui la via della conquista. Dionisio sbarcò le sue truppe a Locri. Assediò Caulonia, la prese; prese anche Vibonia, che era sul Tirreno; e fece di ambedue queste cittá un dono ai locresi.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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