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      Io stetti piú di mezz'ora immobile, ora volgendo gli occhi alla statua, ora all'iscrizione... Guai a colui che non è convinto della sua veritá!
      Nelle leggi di Caronda vi sono molte parti degne di osservazione. Egli cangiò gli antichi ordini sulla tutela degli orfani. Prima di lui, tanto le persone quanto gli averi di costoro eran commessi alla fede de' parenti del padre; e tali ordini eran comuni a tutta l'Italia(200). Caronda dispose che gli averi rimanessero in cura de' parenti del padre, i quali, in caso di morte, ne erano i soli eredi; ma diede la tutela della persona ai parenti della madre. Cosí rese i primi piú diligenti, perché ebbero molto da sperare dalla diligenza loro, ed i secondi piú fidi, perché nulla poterono piú sperare dal loro delitto.
      Prima di Caronda, coloro che nella battaglia gli ordini abbandonavano e gli altri che ricusavano di prender le armi per la patria eran puniti di morte. Egli li condannò a vivere, ma vestiti da femmine. Credeva Caronda che il vero coraggio non si potesse mai ispirare col timore.
      Caronda fu severissimo in tutto ciò che riguardava i costumi. Senza costumi nulla vaglion le leggi. Istituí una censura tanto contro coloro i quali menassero vita dissoluta, quanto contro quegli altri che conversassero con dissoluti; perché per mezzo appunto di queste maleaugurate amicizie i costumi di una cittá si corrompono, ed i vizi di un solo diventano vizi, prima di molti, poscia di tutti.
      In Atene non si conosce veruna di tali leggi. In Corinto, se un uomo vive troppo scialacquosamente, vi è un magistrato il quale ha cura di saper ciò che egli possiede: se lo trova ricco, gli permette di scialacquare impunemente; se povero, lo condanna e, per sospetto di vizi occulti, lo sbandisce dalla cittá(201). La legge de' corinti è legge di un popolo commerciante; quella di Caronda, il quale non crede che la ricchezza di un privato gli dia mai il diritto di corrompere il costume di una cittá, è la legge di un savio.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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