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Chiunque viene in Turio e ne parte senza aver conosciuto Alesside, ha torto. Alesside è l'onore della commedia italiana. Ha nell'ingegno tutto il sale di Aristofane, ma non ne ha nel cuore la malignitá. Io ti parlo di Aristofane, per darti un soggetto di paragone, che noi sogliam trarre dagli oggetti a noi piú noti, ma che spesso rassomiglia pochissimo a quello cui lo paragoniamo. Aristofane è il primo tra i nostri comici. Alesside è il primo tra i comici italiani. Ma Alesside non ha nulla di comune con Aristofane, né la commedia italiana ha nulla di comune colla commedia greca.
Eupoli, Cratino, Aristofane, tutti quanti sono i nostri comici, se taluno tra' cittadini meriti di esser notato perché ladro, perché adultero, perché omicida, lo nominano spiattellatamente, e quasi diresti che perseguitano piú l'uomo che il vizio. Questa, che noi chiamiamo libertá ed è licenza, in Italia gli ordini pubblici, meno popolari, l'hanno frenata. Alesside ha dipinto il lusso de' tarantini, le follie de' poeti e degli amatori della tragedia, il parasito, il falso pittagorico, la meretrice Oropa, le ballerine, e che no(205)? La sua fantasia è feconda, facile il suo pennello. Ma nell'infinito numero de' di lui quadri, nessuno legge mai scritto il suo nome: potrá riconoscervisi, potrá mormorarne; questo suo mormorare lo potrá scoprire; ma Alesside ha sempre diritto di dirgli: - Tu stesso ti sei scoperto. Io per certo non avea nominato nessuno.-
Io spero che un giorno l'abuso, che i comici nostri fanno della loro licenza, offenderá l'orgoglio di qualche potente.
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