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      Amate le vostre mogli: non l'avete voi condotte nella vostra casa al cospetto degl'iddii? Amatele, perché sono le madri de' figli vostri; e, rettamente istituite e tenute non per serve ma per amiche, potranno, occupandosi degli affari domestici, lasciarvi il tempo necessario per attendere ai pubblici.-
      Allora rivoltossi alle donne.
      - E voi abitate - disse - dirimpetto l'isola d'Itaca. Io ho rammentati ai vostri mariti i doveri di Ulisse: ora rammenterò a voi quelli di Penelope. Amateli egualmente: questo è l'unico amore il di cui eccesso non può esser mai vizioso. Voi siete in ogni cittá le principali ministre della religione. Le stesse divinitá si compiacciono di prendere i vostri nomi e quasi adornarsene; onore che non dispensano mai agli uomini. I vostri uffici di madre e di balia non dánno essi i nomi a Cerere ed alla madre di Mercurio? Vedete dunque quanto questi uffici sono sublimi, e temete di disonorarli colla vostra condotta. La patria è in lutto, ed io vi vedo qui ornate d'oro e di gemme, quasi i mali della patria e i suoi bisogni non fossero mali e bisogni vostri. Ma ditemi: se i nemici vengono ed uccidono i vostri figli e menan prigionieri i vostri mariti, tutte le vostre ricchezze né renderanno la libertá a questi né la vita a quelli; imperciocché il nemico vincitore, rotte le porte della cittá, entrerá e spoglierá voi stesse, e le vostre ricchezze serviranno ad ornar le mogli de' vostri nemici, delle quali voi diverrete serve. Non è meglio offrire adesso ai numi ed alla vostra patria queste ricchezze superflue; offrirle ai vostri mariti, ai figli vostri, a voi stesse?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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