Pittagora fu la cagione innocente della guerra che distrusse Sibari. Teli ne avea usurpata la somma autoritá, e regnava da usurpatore, cioè pieno di sospetti e di crudeltá. Chi può dirti quanti morirono o per veleno o per ferro de' sicari suoi, o per quelle formole che egli chiamava di giustizia e che eran d'insulto? Cinquecento de' piú virtuosi e de' piú liberi animi di Sibari poteron fuggire e si ricovrarono in Crotone, i di cui abitanti loro accordarono l'asilo; ed intanto spedirono in Sibari trenta de' migliori crotoniati, perché trattassero le condizioni del ritorno di quegl'infelici. Questi trenta furono uccisi in un tumulto popolare destato dai parteggiani di Teli, i quali temevano non il popolo di Sibari, mosso dalle parole de' legati, riammettesse nelle mura della cittá gli esuli, il ritorno de' quali era per essi pericoloso. Crotone piangerá sempre la perdita di que' virtuosi cittadini, oppressi dalla perfidia, ad onta della fede delle genti. Ma Teli, quasi il delitto, che pur produce rimorsi, non dovesse produrre nei tiranni alcun rossore, spedisce egli stesso a Crotone altri trenta oratori a richiedere i fuggiaschi, a dolersi dei crotoniati per l'asilo loro accordato. Voleva forsi egli, dichiarandosi il primo ad essere stato offeso, giustificare il tradimento usato coi legati nostri? Erano i suoi oratori i pessimi di Sibari; uomini quali si trovano in tutte le cittá, senza beni e senza virtú, senza cura di bene, senza rossore di male, pronti a vendersi a chiunque voglia da essi comperare un delitto.
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