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Dopo le statue, ci rivolgemmo a considerar le pitture, che in questo tempio non sono né in minor numero né di pregio minore.
L'Elena di Zeusi è, tra tutte le altre, quale in una serena notte di estate è la luna tra le altre stelle che adornano l'azzurro de' cieli. Essa è il primo tra gli astri a cui si rivolge il tuo sguardo, e, dopo che lo hai portato sopra tutti gli altri, essa è l'ultimo in cui lo sguardo si arresta.
Narrasi che, quando i crotoniati chiesero che Zeusi facesse tal quadro, egli dimandò loro: - Come sono belle le donzelle della vostra cittá? - I crotoniati lo condussero al ginnasio, e vide li giovinetti che ivi si esercitavano. - Ciascuno di essi - gli dissero - tiene in casa delle sorelle egualmente belle. - Zeusi volle vederle: ne scelse cinque, i nomi delle quali i poeti hanno consegnati all'immortalitá, e, riunendo le bellezze che erano sparse in ciascuna di esse, ne formò colei, di cui piú bella né videro gli occhi né mai concepirono le menti degli uomini(272).
Degno ben fu che frigi e forti achivisoffrisser per tal donna un lungo affanno:
volto ha simile alle immortali dèe(273).
- Divino Zeusi! - esclamava Nicomaco, che era con noi - divino! - E qui si fermava ad indicarti ad una ad una tutte le bellezze di quel quadro, e ti forzava a seguir le sue osservazioni; e s'indispettiva se tu non mostravi trasporto eguale al suo; e poi di nuovo esclamava: - Divino(274)! -
Eravi uno straniero, figlio di uno de' piú ricchi mercatanti di Cartagine, il quale gli disse: - In veritá, io la trovo bella; ma non ci veggo poi tanti miracoli.
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