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      Invece di censurar le opere degli uomini grandi, imparate ad ammirarle. Sará sempre facile scoprirne i difetti, difficilissimo imitarne le bellezze. Come le imiterete, se non imparate a conoscerle?
      Giudichiamo con sobrietá degli uomini grandi. Rammenta, o Nicerato, ciò che avvenne al satrapo Megabise, il quale, in presenza di Zeusi, lodava un giorno alcune pitture dozzinali, ed altre di grandissimo pregio disprezzava. I fattorini di Zeusi, che stavan ivi macinando la terra melina(281), ne ridevano. E Zeusi, volgendo la parola al satrapo: - Vedi - gli disse - che ti avviene pel tuo soverchio parlare? Questi ragazzi, vedendo le tue vesti ed i tuoi ornamenti, ti rispettavano. Hai voluto parlare di un'arte che non è la tua, ed ora ti burlano(282). -
      NICERATO. Io so ancora che in quel suo famoso quadro dell'Uva Zeusi avea dipinto un fanciullo. Al veder gli uccelli che volavano a beccar l'uva, il popolo faceva le meraviglie grandi. Uno però gli disse: - Cattiva pittura hai tu fatta, o Zeusi. Se il fanciullo fosse tanto ben dipinto quanto lo è l'uva, gli uccelli ne dovrebbero aver paura. - Ma, ad onta di tale giusta censura, Zeusi cancellò l'uva, serbando il fanciullo: - Serbo - egli disse - non ciò che è piú simile, ma ciò che per arte è migliore(283). -
      NICOMACO. Metti questo racconto tra le favole.
      NICERATO. Mettiamolo pure. Questa favola però, e sia essa tanto inverosimile quanto quelle di Esopo, ci potrá dare un'istruzione.
      NICOMACO. E questa istruzione vuoi tu sapere qual sia, o virtuoso?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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