Pagina (282/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In conseguenza non ha potuto giugnervi neanche l'arte di osservare.
      Ritorniamo adesso a quella donna. Per buona sorte ella continua a passeggiare.
      Immaginiamo, dunque, che seggan qui con noi i pittori di tutte le etá, incominciando dai primi tintori di tavole e di tele fino ad Apollodoro vostro, a Timante, a Parrasio ed al nostro Zeusi. Vuoi tu, o Nicerato, conoscere i progressi della pittura? Proporrň a costoro, che ora son qui ragunati, che ciascuno ti dipinga quella donna; e vedremo quello che ciascuno saprá fare.
      Eccoti il ritratto fatto dagli antichissimi. Che vedi? La puerizia dell'arte di osservare e di imitare; l'espressione di quella prima immagine confusa, oscura, che quella donna ha destata in noi. Linee o rigorosamente rette o esattamente circolari ne' contorni. Č nella natura dell'occhio nostro, artefice principale di ogni pittura, ogni volta che non avverte le piccole deviazioni nella situazione degli oggetti, non veder altro che una linea retta, se spinge il guardo avanti; se le gira intorno, non altro che il cerchio. Č nella stessa natura dell'occhio, se non avverte la leggiera degradazione del colore, occuparsi di quel solo che splende come color principale. Vedete il rosso, il bianco, il nero, colori sopra tutti gli altri appariscenti. Vedete il nero, ma non giá l'ombra; quell'ombra che tempera col nero la sensazione che producono in noi tutti gli altri colori, ma non la distrugge in modo da sostituirle una sensazione tutta diversa.
      A voi, pittori della seconda etá. Osservate: i contorni sono giá piú simili al vero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Apollodoro Timante Parrasio Zeusi Nicerato