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      Quel volto abbandona la forma circolare e si avvicina a quell'ovale, che è il primo pregio di una delicata bellezza. A misura che si perfezionano i contorni, si sviluppano le vere proporzioni di tutte le parti. Quella donna ne' ritratti piú antichi ci appariva or piccola quanto una scimia, or gigantesca quanto una quercia: qui incomincia ad apparirci donna. Le linee rette però ancora predominano; gli angoli, che esse fanno, son troppo acuti; il vento gonfia quella veste a modo di una vela di nave. I colori sono piú veri; piú rassomigliante è quel volto: ma pure quella donna ancora non si move. Voi non sapreste distinguerla da una statua.
      Qui giá cammina. Sapete voi donde vien quel moto, che vi par di vedere in lei? dall'imitazione piú esatta delle minime sue parti. Ciascun membro, ciascun muscolo di ogni membro, ha delle situazioni che dir si potrebbero "decise" e che accompagnano o il gran movimento o il perfetto riposo. Ma, per passar da questo a quello, o da quello a questo, vedete come quel braccio ed i muscoli di quel braccio passano dolcemente da una in un'altra situazione, e ciascuna di esse v'indica che ancora il braccio non è giunto a nessuna delle estreme? Quelle vesti, che prima parevano non coprire, ma contenere, come in una scatola, tutto il corpo, ora si adattano a ciascuna sua parte, lasciano trasparire il nudo, e colle loro picciole pieghe indicano tutti i piú leggieri movimenti del medesimo. E finalmente sapete voi donde viene la maggior sensazione di vita che destar ci possa una figura dipinta?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772