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      Conoscete la Penelope dipinta da lui(295)?
      Voi non avete mai veduta coi vostri occhi la moglie di Ulisse, non sapete quali eran le sue forme: intanto la vedete in quel quadro in mezzo a molte altre donne, e, senza che nessuno ve lo dica, voi la riconoscete al volto, agli atti; tutto v'indica la bella, la fida, la coraggiosa nuora di Laerte.
      Questa parte, diciam cosí, etica della pittura ne forma il principale ornamento e la forza principale. Nel pomposo quadro di Zeusi, in cui è dipinto Giove sedente in trono in mezzo agli altri iddii(296), togliete l'espressione della mente animatrice e governatrice di tutte le cose; togliete a Giove la maestá, agli altri iddii quel dignitoso rispetto pel quale li riconoscete suoi inferiori, ma anche essi iddii...; e che vi rimarrá nella tavola oltre la terra onde sono composti i colori?
      E vi dirò ancora di piú: questa parte etica è piú estesa di quel che per l'ordinario si crede, e da essa dipendono quelle forti, profonde, durevoli commozioni che la pittura produce negli animi degli spettatori, e che sono tanto diverse dalle sensazioni. Finché tu non imiti che le forme esterne, non farai che ritratti; dipingerai una cosa, ma non un sentimento; comunicherai allo spettatore una sensazione, ma non un affetto. Ove sarebbe mai questo affetto, che tu vorresti comunicare agli altri? Non nell'originale, perché tu, fermandoti alle forme del corpo, non hai avuta veruna cura di tratteggiar la sua mente; non in te...
      Ti sembra strana, o Nicerato, questa mia espressione; ma, credimi, essa è verissima.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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