Pagina (312/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      -
      - Vuoi tu - mi ha detto Platone, ragionando di tali cose, - vuoi tu un segno certo, infallibile, per distinguere un governo umano da un governo tirannico? Questo tenta estinguere ogni virtú militare nel popolo. Il despota avrá satelliti, avrá eserciti: il volgo, vedendo il numero de' suoi armati, dirá che il suo governo è governo militare; ma in veritá sará un governo di sbirri, o, se cosí si vuole, sará militare il governo, ma non il popolo. Il despota non vuol cittadini, ed estingue quella virtú, che ne forma l'anima. Che è mai l'uomo? un animale guerreggiante(353). Ed un cittadino che è mai? un animale guerreggiante con disciplina comune. -
      So che in questo tu dissentirai da Platone. Rammento averti udito dir piú volte che il nostro maestro dava troppo alla virtú militare. Tu credi che vi sieno le virtú della guerra e quelle della pace, le virtú dell'azione e quelle del riposo(354). Ed io non voglio per certo contender teco. Tu hai piú ingegno di me e studio piú lungo; tu forse sarai un giorno maestro di filosofia, e, come tale, devi sostenere i tuoi diritti: guardar le cose per i piú piccioli lati, osservar le minime differenze, contender sulle piú leggiere distinzioni, argomentare, disputare, cavillare; fare, insomma, il filosofo di professione. Io, al contrario, che, quando avrò finito questo viaggio ed avrò sposato quella che amo, mi ritirerò nella mia casa e non avrò altra cura che di metter in pratica i precetti di Platone, per render piú contente la vecchiaia di mia madre e la gioventú di mia moglie; io, non filosofo, ma uomo che ama la sua patria, io posso bever piú grosso e, ad onta delle vostre dispute, trovarvi concordi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Platone Platone Platone