(372). -
Non importa nulla che i filosofi disputino, ma importa moltissimo che la filosofia non si estingua. Una disputa di poche ore eccita gli animi; se dura un secolo, li annoia, li stanca, li illanguidisce. La filosofia passerá dai greci agli altri popoli, ma come passa, nel nostro corso delle lampadi(373), da una mano all'altra una face giá vicina a spegnersi; il moto par che le dia una nuova vita, e splende, ma per un momento, di una fiamma passaggiera. Mal si coltiva una filosofia che non è propria. Si occuperanno allora gli uomini piú delle conseguenze che de' principi della dottrina de' loro maestri; ne ammireranno piú i nomi che gli argomenti; e saranno perciò meno dotti e piú creduli. Nulla vi è che induca tanto potentemente gli uomini alla superstizione, quanto il desiderio di sapere, unito alla indolenza di ricercare; l'ignoranza delle cose, unita all'ammirazione degli uomini. Intanto una setta di filosofi meno fantasiosa riderá della stolta ammirazione del maggior numero, e riporrá sua gloria nella libertá di pensare; non giurerá nelle parole di nessun maestro, ma sceglierá da ciascuno quella parte di dottrina che crederá vera. Questi si diranno conservatori della sana filosofia, e ne saranno i veri distruttori, perché per essi la filosofia diventerá una storia(374). Lo smodato amor de' sistemi corrompe la filosofia, ma distrugge ogni filosofia lo stolto disprezzo de' medesimi. Tolto il nesso tra le idee, si potranno sapere i fatti, ma non mai le cagioni de' fatti.
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