E l'avvilimento, in cui questi miseri sono caduti, è tale e tanto, che, quando Dionisio tentò di unire i due mari per separare dal rimanente dell'Italia quella parte ch'egli ne dominava, i locresi ed i regini concorrevano coll'opera delle stesse loro mani al buon esito di un'intrapresa che li privava del soccorso de' loro fratelli, e che avrebbe forse avuto il fine desiderato, se i crotonesi, i lucani, gli stessi bruzi non l'avessero colle armi turbata ed impedita(402). Il senso della giustizia poté nei popoli ancora liberi piú che non poté ne' popoli servi il senso de' propri mali!
Io non so che sperare dagl'italiani. Si era pur destata qualche speranza ne' bei giorni dei concili di Eraclea; ma oh quanto male giudica de' veri sensi degli uomini colui che gli osserva in quelle numerose adunanze, nelle quali si obblia la patria, la casa, se stesso, e non si vuole il bene o il male se non a detto di tre, di due, talvolta di uno solo, che vale, ora per buone, ora per mali arti, un popolo intero!
Ne' concili tutti gridavano: - I mali che ci opprimono sono molti. - Agelade locrese disse: - È tempo di cangiar pensiero; - e tutti con grido concorde: - Viva Agelade! Memoria onorevole del detto di Agelade! È tempo di cangiar pensiero! - Ostilo (anche locrese): - Ci vuole virtú...; - e tutti: - Viva Ostilo! Virtú! - Archippo: - Salviamo la patria...; - tutti: - Salviamola! Viva Archippo! Si decreti ch'è urgente salvar la patria! - In dieci giorni si sono decretati quaranta casi di urgenza e seicento menzioni onorevoli.
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