Amami e sta' sano.
XLII
RISPOSTA DI ARCHITA
[Le sciagure italiane - Come Archita procurasse di porvi rimedio - La neutralitá delle cittá italiane durante la guerra di Alcibiade - La federazione italiana e la sua triste dissoluzione - Dionisio e la sua potenza - Archita perde il comando delle armate tarantine, ma č eletto di nuovo epinomide - Ai popoli corrotti non si puň fare il bene se non con la forza.]
Né io, quando le sciagure d'Italia incominciarono, avea ancora parte nel governo della mia patria; né, quando l'ebbi, erano i mali piú reparabili dalle sole forze della patria mia. I locresi giá si eran collegati con Dionisio; giá costui avea vinti i regini; giá i bruzi eransi sollevati. Che dico io mai? Molto tempo prima i siracusani aveano occupata Inarime, che poi abbandonarono ai napoletani(403); i locresi aveano impreso a difendere i siracusani, i regini proteggevano i leontini; gli ateniesi, uniti ai regini, avean tentato invano di occupar le isole Eolie, ed avean poscia distrutta Peripolio entro gli stessi confini del territorio di Locri(404); ed i locresi, pochi anni dopo, avrebbero presa Reggio e ne avrebbero fatto scempio piú crudele di quello che ne ha fatto poscia Dionisio, se non fosse stata soccorsa dagli ateniesi(405). I locresi eransi insignoriti di Messina, aiutati dalle turbolenze interne che la dividevano(406), e poscia l'avean perduta di nuovo. Or pare a te che, quando un popolo abbia giá commesse tante imprudenze, possa lusingarsi di ritornare alla saviezza?
Appena io entrai ne' pubblici affari (ed era ancora giovine), vidi il male e tentai darvi un rimedio.
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