La federazione era giá sciolta: i locresi eran suoi amici; eran suoi amici i bruzi, ch'egli aveva avuto il talento di sollevare contro i lucani. Le cittá collegate contro di lui avean forze sufficienti; in molte occasioni ottennero anche qualche vittoria, ma non vi era né concerto nelle loro operazioni, né unitá ne' loro disegni. Allora i tarantini mi tolsero il comando delle loro armate(411) e furono battuti insieme cogli altri: li siracusani ed i bruzi giunsero vincitori fino a Metaponto.
Io riprendo il comando: son di nuovo eletto epinomide(412) in Taranto: il concilio di tutte le altre cittá mi nomina suo capitan generale(413). I vilissimi piscinari locresi(414) non si volean salvare; i miseri regini piú non si potevano. - Salviamo - dissi - per ora quella parte dell'Italia che può e vuole salvarsi: conserviamo quella parte di forza italiana che ora si cimenterebbe invano contro un nemico prepotente: accresciamola coll'amicizia de' lucani, la ragion pubblica de' quali è ancora incerta; coll'amicizia de' sanniti, che finora hanno avuta una ragione propria interamente divisa dalla nostra: il tempo e gl'iddii faranno il resto, quando noi saremo degni di miglior fortuna.
Ai popoli ancora virtuosi voi potete dire: - Ricordatevi della vostra virtú. - Ai popoli corrotti non potete fare il bene se non colla forza; e, se il primo tra' beni è la concordia, avrá fatto tutto ciò che potea per l'umanitá colui il quale avrá disposte le cose in modo che possa un giorno comprimere colla forza pubblica e far tacere tutte le passioni de' privati, almeno fino al segno che per desuetudine si infievoliscano, si distruggano e dian luogo nel cuore degli uomini a nuove virtú. Le virtú de' popoli sono abitudini, e l'abitudine, il piú delle volte, nella sua origine non è che necessitá.
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Metaponto Taranto Italia
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