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      .. Ma io non voglio farti arrossire de' tuoi rimproveri: sebbene ingiusti, essi mi son troppo cari. Io ti ho visto la prima volta, e ti ho amato; sei ritornato da Locri, e ti ho temuto... Lo ripeto: un altro momento, e tu ancora saresti in Taranto.
      Diam lode ad Amore della nostra vittoria. Tu ti lagni della lontananza? Uomo di poco cuore, non ne conosci tu tutt'i piaceri? Io sento che, dal momento della tua partenza, alla tempesta, che prima agitava il mio cuore, è succeduta la calma. La tua immagine è risurta nell'anima mia. Io ti veggo, io ti seguo, io son sempre con te, ed ora ardisco dirti che io ti amo, senza arrossire e senza temere. Il mio cuore respira. Cosí l'agricoltore, se vede spuntare il sole sgombro da quei vapori e da quelle nuvole che presagiscono un giorno funesto e rendon cagione di palpiti la vista dell'essere piú bello dell'universo, ne segue col pensiero il corso, che deve misurare i suoi lavori e riportar l'ora del suo riposo... Ed il riposo del mio cuore sará con te, che sei da tre mesi la metá della mia vita.
     
     
     
      LI
     
      DI CLEOBOLO A MNESILLA
     
      [Dopo la lettera di lei, la vita gli sembra piú lieta - È in procinto di partir pel Sannio.]
     
      Mille volte ho baciata la tua lettera; in due giorni l'ho riletta mille volte. Ne sapeva giá tutte le parole; ma, per poterle sempre pronunziare, per non fare che il pensiero le involasse al labbro, per udirmele ripetere, quasi ne contava le sillabe... Ora me l'ho messa sul mio cuore, e nessuno la toglierá mai piú.
      Oh! come tutta la natura è divenuta per me piú lieta, ora che è ridestata nel mio cuore la dolce fiducia di esserti piú caro!


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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