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      Possa l'arido Atabulo(440) disperderle come disperde le nebbie che ingombrano queste pianure! Io anderò tra i sanniti, tra i lucani, ove tu vorrai; ritornerò quando a te piacerá; ma la tua immagine sará sempre con me, e stará sempre con te il mio cuore.
     
     
     
      LII
     
      DI CLEOBOLO A PLATONE
     
      [Il Sannio - Cluenzio e la sua ospitalitá - La cittá di Larino - Il territorio dei frentani - Di lá dal Tiferno.]
     
      Sono giá nelle terre de' sanniti. Non ho scorse che poche centinaia di stadi, non ho passati che quattro fiumi; e giá parmi essere in una regione lontanissima: tanto il cielo, il suolo, i costumi degli abitanti sono diversi!
      Da Taranto fino al Tiferno non ho trovato nulla d'importante. Da Taranto all'Ofanto, uno strato di terra argillosa, la quale, esposta all'aria, s'indura e divien bianca, talché supplisce alle pietre negli edifici; dall'Ofanto al Frentone, uno strato di terra densa, negra, ferrace, sotto la quale si stende un altro strato di breccia marina: da per tutto i segni del mare che si è ritirato, donando agli uomini un'immensa pianura per la loro comoda abitazione; da per tutto la stessa siccitá; da per tutto non popoli, ma frantumi di popoli, senza ordini, senza costumi, senza ragion pubblica che dir si possano propri, trastulli di popoli piú potenti che stanno ai confini.
      Tali sono i messapi, i salentini, i dauni, gli appuli, né io ne escludo gli stessi frentani, ad onta che Cluenzio mi parlasse con pompa dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, della forza militare della sua nazione.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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