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      LIII
     
      DI CLEOBOLO A PLATONESULLA COSTITUZIONE DE' SANNITI
     
      [Le cittá sannite - Piú piccole di quelle della Magna Grecia, son congiunte tra loro da un piú saldo vincolo politico - La forma politica della federazione è piú duratura tra i popoli dai costumi semplici - Tali quelli dei sanniti, e molto diversi dai costumi etruschi e dei campani - Come venga educato un giovinetto nel Sannio - L'autoritá grande delle madri - Una sorella di Ponzio - La milizia sannita - Quel che solo manca al Sannio è il culto per l'arte.]
     
      Scrivo da Maronea. Ma, quando ti nomino una cittá sannitica, non pensare né a Taranto, né a Locri, né a Crotone. Qui gli uomini vivono divisi in picciole borgate, molte delle quali hanno un fòro, una curia, comizi e magistrati comuni: questa riunione essi chiamano "cittá"; ed il luogo, in cui si riuniscono, chiamano con un nome di cui forse noi non abbiamo l'eguale in Grecia(444). Molte cittá formano una nazione, e tengono anche esse alcuni luoghi (sono per lo piú tempii), ne' quali si radunano, per deliberare sugl'interessi comuni, i principali di tutte le cittá.
      Intorno al fòro ed alla curia non abitano che gli artigiani, i quali godono cosí dell'opportunitá del mercato, che ivi si tiene tre volte al mese. I principali tra i cittadini si recano a gloria abitar in campagna; esser rimosso dalle tribú della campagna e trasportato in quelle della cittá è reputato vergognoso.
      Siccome il popolo concorre nel fòro, per ragion del mercato, tre volte al mese, cosí, se i magistrati voglion convocarlo per la discussione di qualche affare, lo annunziano tre volte, e per tre volte fanno star affissa nel fòro una tavoletta, sulla quale è scritta la quistione che deve discutersi; e tutto ciò perché il popolo abbia e tempo e modo di prepararsi alla decisione della medesima(445).


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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