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      Mi pare di veder tra i sanniti un corpo politico, di cui le membra sono piú picciole, ma il vincolo che le unisce piú forte che nelle altre parti dell'Italia finora da noi osservate. Taranto, Crotone, Turio, Locri hanno anche esse i loro concili: inutili concili, piú atti a fomentar, coll'avvicinare gli uomini, l'invidia vicendevole che a rafforzar l'amicizia comune! Taranto, Crotone, Turio, Locri sono cittá piú grandi di Maronea, Murganzia, Esernia, Boviano: ciascuna si crede forte abbastanza per oprare da se sola, e trova nell'altra, non giá un soccorso opportuno a' bisogni, ma un ostacolo importuno all'ambizione. Non pare a te che nelle cittá, egualmente che ne' privati, la vera amicizia non sia mai tra i grandi? Non ti pare che l'unione sia tanto piú difficile quanto piú le cittá, tra le quali ti trovi, sono grandi; e che nuoccia al bene del tutto la prosperitá, quasi direi precoce, della quale gode ciascuna sua parte? Non diresti tu che le federazioni hanno lunga durata solo tra popoli, i costumi de' quali sono piú semplici, gl'interessi piú simili, l'arte principale quella della guerra? Se i costumi avvien che sieno corrotti ed ammolliti, l'uomo sará naturalmente nemico delle armi. Lo straniero assalterá gli allifani, e l'abitante di Maronea dirá: - Oh! se potessi liberarmi dall'incomodo di doverli soccorrere! - E se, oltre la corruzione de' costumi, avrá anche troppo esteso commercio ed interessi molto diversi, esclamerá: - Che m'importa il pericolo di una cittá divisa da me dal Tiferno, dal Matese e da quattrocento stadi di via?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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