Pagina (411/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I precetti sono figli dell'esperienza, e l'esperienza č figlia dell'agio e della ragione. Ci vuol tempo e qualche comoditá a poter osservare; ci vuol ragione per saper osservare, per ridurre le osservazioni a precetti; ragione, per ridurre di nuovo il precetto in pratica. Č verissimo: tra noi, Esiodo, Democrito e moltissimi altri(465) hanno scritto de' bei libri sull'agricoltura. Chi li legge? I ricchi non li curano: gli schiavi ed i poveri non li intendono; se l'intendono, per mancanza d'educazione non sanno metterli in pratica; se lo sanno, gli schiavi per infingardaggine (e non ingiusta, trattando essi, e senza mercede, le cose altrui), i poveri per miseria, non vogliono. Non avremo mai scienza vera, perché ci mancherá sempre la dimostrazione dell'esperienza; non mai scienza perfetta, perché ci mancheranno sempre le osservazioni, le quali in questa scienza non sono mai bastanti. I filosofi e gli agricoltori saranno simili a due musici, de' quali uno suoni la lira in modo frigio, l'altro canti, nel tempo stesso, in modo lidio. E non sará questa la prima volta che gli stranieri, giudicando noi greci da' nostri discorsi, ci crederan grandi; vedendo le nostre opere, ci troveran piccioli!
      In questa parte d'Italia li servi son pochi. Gl'italiani non hanno ancora il costume di ridurre in servitú quegli altri italiani che prendono in guerra, ma si contentano di farli passare sotto un giogo o sottoporli a qualche altro sfregio di simil natura(466). Da qualche tempo in qua si č incominciato ad introdurre il costume d'imporre ai prigionieri di guerra un prezzo per la libertá, e molti avvien che rimangano in servitú per non aver come ricomprarsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Esiodo Democrito Italia