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      Gli schiavi, che tengono gli abitanti delle regioni marittime, son loro recati e venduti da mercatanti stranieri: qui, perché il commercio è minore, questi sono piú rari; e l'agricoltura è tutta esercitata da uomini liberi.
      Non vi è angolo di terra il quale non sia coltivato. I sanniti dicono che la terra è un bene comune, di cui ciascuno ha diritto di aver la sua parte; ma tal diritto porta seco l'obbligazione di doverla coltivare; ed il campo abbandonato, dopo un dato numero di anni, ritorna alla comunitá(467). E tu, o Platone, non sei della stessa sentenza? Il diritto di proprietá senza l'obbligazione di coltivare parmi una stoltezza. Se l'uomo ozioso è ingiusto, perché vive rubando agli altri la propria sussistenza, il proprietário ozioso è due volte ingiusto, tra perché ruba la sussistenza al pari di ogni altro ozioso, tra perché, nel tempo istesso, consuma una parte degli averi di colui a cui scrocca gli alimenti. Egli mi par che rassomigli ad un parasito furfante, che vuol mangiare alla mia tavola, ed intanto mi ruba una parte del vasellame.
     
     
     
      LV
     
      DI CLEOBOLO A PLATONERAGIONAMENTO DI ATTILIO SULL'AGRICOLTURA
     
      [Attilio di Duronia - Sua figlia - Sua villa - Suo discorso - Nella sua gioventú aveva atteso soltanto alla politica e alle guerre - Poi cominciò a dare a mezzadria una parte delle sue terre, coltivando da sé quelle soltanto che gli riusciva - Per tal modo arricchí - Com'egli ottenesse e perdesse immaturamente la moglie Claudia - A causa di lei si die' all'agricoltura - Il piú insigne elogio, che si possa fare a un buon cittadino, è di chiamarlo buon agricoltore - Allora soltanto che dall'erramento ferino gli uomini passarono all'agricoltura, essi cominciarono ad avere una patria - Sapientissimo tra gli uomini sarebbe chi scoprisse in una volta sola tutto quel che si conosce anche dall'ultimo tra gli agricoltori - L'uomo ha dovuto cominciar dal rapir la terra agli animali e dal vincer la natura - Questa altro non aveva somministrato che i primi semi delle cose - Quanto difficile l'esser giunti a conoscere la natura intrinseca delle piante - Varia natura delle foglie e delle radici - Eterna rinomanza di Licinio per aver introdotto nel Sannio l'ulivo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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