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      Se i primi di una nazione non pensano a dar a queste una parte delle loro ricchezze, cambiandole col lavoro, avrai una folla di oziosi; se le cambiano colla servitú, avrai una folla di viziosi; e, nell'uno e nell'altro caso, una folla di miserabili.
      - Ma dimmi, Attilio - diss'io: - come nacquero in te tali pensieri?
      - Vi ho detto da principio - egli riprese - che alla mia etá non vi rimane altro da fare che del bene, non altro da conservare che le memorie de' tempi passati. Lasciatemi proseguir il mio ragionamento. e cosí non defrauderò della debita lode chi fu l'autore primo di questo consiglio.
      Io avea delle memorie da conservare, e chi non ne ha? Gli uomini sono ingrati: le obbliano ben presto! Qui stava la tomba ove riposavano i miei genitori: qui, anche tra il tumulto delle passioni della mia gioventú, io veniva talora a trattenermi con essi, perché io ho creduto sempre e fermamente credo che, delle persone le quali ci furon care, la morte altro non toglie che il velo corporeo, ma rimane entro di noi viva la loro memoria, e la loro mente immortale è sempre presente alla nostra. Avete voi osservati que' tigli che adombrano la mia casa? Uno di essi ha gli anni miei: i miei genitori lo piantarono nel giorno in cui nacqui; l'altro era stato piantato nel giorno delle loro nozze. Quella vite, che ora ha stesi tanto i suoi rami e riveste colle sue foglie tutto l'interno portico della casa, fu piantata dalli miei genitori il giorno delle mie nozze... Oimè! la vite è cresciuta e, di tutti coloro che allora vivevano, oggi non rimango che io solo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Attilio