Pagina (421/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io avea un nome amato da molte, temuto da tutte: era sempre il primo a correre, quando si trattava di ristabilir la pace; ma, quando si dovea dividere l'imperio, era sempre il primo a ritirarmi. Claudia mi avea dati giá de' figli, ed io avea un piú dolce imperio ad esercitare entro le mura della mia casa.
      Due di questi figli, ancora fanciulli, gl'iddii li vollero per essi: l'altro, pur giovinetto, è morto per la patria, e la madre vide il suo freddo cadavere riportarsi sul proprio scudo dai suoi compagni vincitori. Il suo sepolcro non è qui: egli riposa insiem cogli altri prodi nel sepolcro che gli ha innalzato la patria. Io volea consacrargli un monumento tra gli avi, la madre, i fratelli; mille volte l'ho tentato, mille volte il dolore mi ha fatte cader le mani... Ma egli sta qui... - e pose la mano sopra il suo cuore.
      - O miei amici! beato l'uomo che ha le virtú della famiglia!
      Senza una moglie savia che io amava e da cui era amato, senza l'affetto che io aveva per i miei genitori e pe' figli miei, forse, simile a tanti altri uomini, per isfuggire il vuoto e la solitudine ch'era dentro le domestiche mura, io sarei corso pazzo per le vie dell'ambizione, avrei tutto rovesciato nella mia patria, rese infelici venti cittá; e quando, stanco per le fatiche, molle di sudore, fioco per la polvere, stordito dallo strepito, lordo dal sangue, oppresso dall'odio de' miei simili, io avessi provato un momento di disgrazia o avessi perduto un figlio per la patria, non avrei, per certo, ritrovato tra le mie mura, non dico quella gioia, ma neanche quella consolazione che oggi vi ritrovo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Claudia