Ora chi potrebbe indurre me a lasciare i miei campi e queste piante che io stesso ho coltivate colle mie proprie mani, e quelle altre che mi rammentano mani egualmente care?
Che potrei io desiderare fuori di essi? La virtú? Essa non è che nei campi. Dicesi che gl'iddii abbiano abitato un giorno le cittá e lungamente conversato cogli uomini; ma che poi, corrotti gli animi di questi, siensi ritirati nel cielo. L'ultima ad abbandonar le cittá, giá tinte di sangue, dicesi esser stata la Giustizia; ma io credo che, se mai essa ritorna talvolta dal cielo a riveder le terre abbandonate, conversa cogli agricoltori.
A creder mio, il piú illustre elogio che dar si possa ad un buon cittadino è quello di chiamarlo buon agricoltore(470).
Voi ambite la gloria, amate far tacere la terra al vostro cospetto, e vi piace poter dire: - Cinquemila uomini son morti per l'opera del mio braccio, e centomila vivon felici per l'opera della mia mente. - Un altro dirá: - Io conosco tutt'i segreti della sapienza degl'iddii. - E tu, o agricoltore, tu, che disprezzan ed il guerriero ed il legislatore ed il sapiente, intendi tu ciò che fai, quando coll'aratro i buoi, da te diretti, aprono il seno della feconda terra?
Gl'iddii, o miei amici, han nascosto il piacere in tutte le cose della vita, come il fuoco entro la selce: convien stropicciarla, romperla, per ottenerne la scintilla. Cosí convien scomporre le nostre azioni, fregarle, per cosí dire, coll'acume della nostra mente, onde poterne ritrarre un piacere.
L'uomo del volgo non ha verun piacere, perché non riflette su quello che fa.
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Giustizia
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