.. O mia madre! chi sa che tuo figlio non ritorni solo? Egli non sará felice, e sará l'ultimo che porterá il tuo nome... E tu, o Platone! tu mi hai detto tante volte che un amore virtuoso era la perfezione della vita. - Simile al dolce soffio del zefiro di primavera, che ravviva tutte le piante, egli dá nuova vita a tutti gli altri affetti. L'amor sensuale e basso ci mette in guerra con tutto ciò che ne circonda. - Vane parole, o Platone! vane parole! Mnesilla, mi mette in guerra con me stesso... O Nearco! e quando avrá fine questa guerra?... -
A quest'ora egli soleva venir da me. Oggi non verrá. Da Taranto ad Uria, da Uria... chi sa dove si troverá? Mi è stato detto che le strade, per le quali egli corre, sono piene di pericoli e di disagi....
Oh! quanto è soave il fiato del zefiro che precede l'alba di un giorno sereno di primavera! Ella sorge dal mare spargendo colle sue dita di rose una nuova vita sopra tutto ciò che nella scorsa notte avea languito.... Oimè! anche il mio cuore era chiuso alla gioia, simile al fiore che si chiude nel suo calice al partire del giorno; ma perché, simile al fiore, al tuo ritorno, o bell'alba, non si riapre anche il mio cuore?
Tu sei bella, o aurora... sí, sei bella, ma non per me. Mi manca a chi dire che tu sei bella....
E tu, albero gentile, che giá fosti gentil vergine amante, Rodope, tu neanche godi al ritorno dell'aurora? Ove sono i tuoi fiori? Ieri tu n'eri superba piú che ogni altro albero che ti sta d'intorno: erano stati i primi a sbucciare, sono stati i primi anche a cadere.
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