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      Quelle poi, anime piú generose, che le desiderano per virtú, soffrono realmente pena maggiore e maggior contrasto, ma ne traggono beni maggiori, perché, invece di scemare, cresce colla lontananza l'amore, e cresce la virtú, che è la sola madre di vero e durevole amore....
     
      Qual sogno! Mi pareva che dopo un lunghissimo cammino era entrata in un giardino, in mezzo del quale s'innalzava un picciol tempio consacrato a Venere Urania. La stanchezza, forse anche il dolce susurrar delle frondi che ombreggiavano il tempietto, ed il sacro mormorio di quell'acqua che spicciava dallo stesso scoglio sul quale stava l'immagine della dea, mi aveano immersa in una specie di riposo, il quale non era veramente sonno, ma rassomigliava quella dolce stanchezza che suol ricoprire come di un velo trasparente i nostri sensi; ed io né vegliava né dormiva, ma vedeva ed udiva.... Giaceva a' piedi della dea. Vedeva sopra un ramoscello di mirto un nastro, sul quale erano scritti il nome suo ed il mio, ed il nastro era annodato. Due colombe ne prendevano col becco le due estremitá, volando una da un lato, una dall'altro; ed, a misura che le colombe si allontanavano, il nodo si stringeva....
      Grazie, potente Urania, accetto l'augurio! Sia esso verace!...
     
     
     
      LIX
     
      DI CLEOBOLO A MNESILLA
     
      [Lettera d'amore.]
     
      Soavi illusioni dell'amore! Oh! quale incanto è mai, o Mnesilla, in tutto ciò che viene da te! Una sola, una sola delle parole che tu hai scritte per me, ed io partirei per udirle, ed andrei fino agli estremi confini dell'impero del gran re, fino a quelle terre che l'inverno eterno o l'estremo ardore del sole hanno negate alle abitazioni degli uomini!


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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