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      Talora seguo il corso tortuoso di un ruscello; tal altra mi arrampico sulle piú straripate cime degli altissimi monti, colla speranza di poter riconoscere, tra quel caliginoso azzurro che tinge l'estremitá di un orizzonte immenso, il punto nel quale, sul lido del Ionio, è la tua abitazione. Io non vedo nulla, ma raccomando ai ruscelli, che sgorgano ai miei piedi e vengono al tuo mare, di recarti i miei saluti ed i miei sospiri. Il lamentar degli augelli, il soave mover delle fronde, il mormorare delle acque, tutto parmi che sia la tua voce; io ti vedo, ti ascolto, t'intendo... e da sí lontano tu rispondi ai miei sospiri.
      Cosí, passando di pensiero in pensiero e di monte in monte, spesso sopraggiunge la sera; e, mentre par che tutta la natura dorma, solo il mio cuore veglia, innalzandosi col pensiero fino a quegli astri eternamente lucenti che brillano sul mio capo; e, dopo averli riguardati ad uno ad uno, il mio occhio si ferma in quella fascia immensa, la quale pare che tutto circondi l'universo. Di la si dice che le nostre anime sien discese, ed ivi ritorneranno... e rimarranno unite... per sempre!
      O saggio figlio di Sofronisco! o Eraclito! o Mnesilla!... Deh! perché tu sei in Taranto ed io tra' sanniti? perché non siamo uniti da oggi... e per sempre?
      Vi è qui un sasso che rassomiglia a quello di Leucade, famoso per tante morti di amanti sventurati. Ed io spesso dico a me stesso: - Il desiderio della felicitá non potrebbe ispirar quello stesso coraggio che ispira la disperazione?


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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