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      Questo è l'inconveniente al quale van soggetti i popoli i quali si governano a federazione. La conquista li corrompe, perché nelle felicitá facilmente si obblia l'amicizia. E tu puoi in generale osservare che, tra gli stessi sanniti pentri, quelle cittá che trovansi piú vicine alle frontiere, ed alle frontiere nelle quali i sanniti hanno avute vittorie e conquiste, sono le piú indocili. Tale è Esernia, la quale si potrebbe chiamar piuttosto cittá romana che sannitica, perché, nelle guerre sostenute contro i volsci, tutta la nazione è stata alleata coi romani: le nostre armi hanno avuto esito felice, e le conquiste fatte sono andate quasi tutte a vantaggio di Esernia. Or essa, avvezza a vincere coll'aiuto delle armi romane, quasi obblia il rimanente della nazione.
      Veggonsi ora riuniti in Boiano, per ragione de' comizi, anche i deputati degli altri popoli vicini al Sannio; piccioli popoli e che servono alla ragion di Stato del popolo maggiore. Tra questi il primo luogo lo tengono i frentani: essi ed i caraceni posson dirsi i piú fedeli nell'alleanza, talché sono quasi reputati sanniti. È probabile che ciò avvenga de' frentani, perché, situati dalla parte orientale del Sannio, non hanno vicino un altro popolo abbastanza forte per tentar la lor fede. Se essi abbandonassero i sanniti, sarebbero oppressi dalla prepotenza di costoro, senza aver neanche la speranza di un soccorso. I caraceni poi formano un popolo tanto picciolo ed abitano un territorio tanto sterile e circondato quasi da tutt'i lati dalle forze sannitiche, che sarebbe loro impossibile immaginare non che eseguire alcuna impresa senza il consenso de' sanniti.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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