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      Vi saranno sempre patrizi e plebei, perché vi saranno sempre i pochi ed i molti; pochi ricchi e molti poveri; pochi industriosi e molti scioperati; pochissimi savi e moltissimi stolti. I partigiani de' primi si diran sempre "patrizi", quelli de' secondi sempre "plebei"(523). -
      Non avendo piú i tribuni ragion di contendere sui diritti, incominciano a contendere sugli averi, e propongono ogni giorno nuove leggi per la division delle terre. Narrasi che un tempo tutto il territorio romano era diviso in parti eguali. Oggi non lo è piú, né lo potrá mai piú essere; e, se la tribunizia stoltezza si ostina a voler ristabilire l'eguaglianza, rovescerá la repubblica.
      Ciò temono i legati; e Ponzio, oltre ciò, teme anche il soverchio accrescimento del numero de' cittadini. Roma oggi conta un milione di abitatori(524). Ma i romani, diversi in questo dagli ateniesi e corinti, son facili a concedere la cittadinanza, e rassomigliano molto agli spartani, i quali tu sai che riconoscono per loro cittadino chiunque dichiara di voler vivere in Sparta ed ubbidire alle sue leggi(525). Le principali famiglie di Roma sono straniere. Talora si dá la cittadinanza a popoli interi.
      Nelle terre conquistate si invian colonie, e queste, a differenza delle colonie nostre, ritengon sempre i diritti di cittadinanza e di suffragio. Tu vedi quanto ciò fará crescere il numero de' cittadini romani. Or tutto ciò, dice Ponzio, è stato utilissimo una volta a Roma per accrescer la sua potenza. Ma l'uso delle cose piú giovevoli ha in questo mondo un limite, oltre il quale sta l'abuso.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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