E quali sono questi sacerdoti? Quelli che appunto si reputano i piú antichi. Ed a questi stessi è vietato mangiar carne, o almeno alcune specie di carni; è vietato il giurare, il portar anelli coll'immagine della divinitá(539).... Insomma non vi è cosa detta da Numa, la quale non si ritrovi tra i proverbi attribuiti a Pittagora; nulla detto da Pittagora. che non sia stato attribuito anche a Numa.
Ponzio mi ha detto esistere anche oggi in Roma molti libri scritti da Numa sulle leggi e sulla religione. Ma il senato ne custodisce gelosamente il segreto, perché conosce la religione di oggi non esser piú quella di Numa, ed il nome di questo sommo uomo poter destare negli animi del popolo desiderio di qualche riforma, sempre pericolosa(540). - Questo è un gran segreto della repubblica - mi han detto i legati. Io insisteva per sapere se i libri esistessero o non esistessero, ma essi mi han sempre replicato: - Questo è un segreto, al pari del vero nome di Roma. - Che? La cittá vostra non si chiama Roma? - Cosí la chiamiam tutti: vi è però un altro nome arcano, ch'è il vero, ma che nessun osa pronunziare, perché chi lo pronunzia è morto(541). - Per Ercole! io non so cotesto nome. Gl'iddii mi liberino dal pericolo di saperlo! Ma per i libri, se essi esistono, vi dico, e credo fermamente, che debbono esser pittagorici. Tanta rassomiglianza non può essere effetto del caso. -
I legati però sostengono che Numa non abbia potuto mai conversar con Pittagora, tanto da lui distante per patria, per lingua, per etá(542). - E poi - soggiunse uno di essi - noi sappiamo per certo che Numa ricevette le sue leggi dalla ninfa Egeria; e questo fatto è tanto vero, che oggi, oggi ancora, esiste la grotta nella quale quel buon re soleva conversar colla sua ninfa.
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