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      Quelle altre cittá, nelle quali la plebe ha riconquistati con violenza i suoi diritti, hanno avuto sempre ordini dettati piuttosto dalla vendetta che dalla saviezza, ed hanno vissuta per lo piú brevissima vita e funesta per turbolenze ed uccisioni, quale è stata la vita di quasi tutte le cittá della Grecia in quel tempo ch'è seguito alla guerra di Troia, quando la plebe, profittando dell'assenza de' forti, che la gloria chiamava a morire sulle sponde del Meandro, tentò ricuperare la perduta libertá, e molte ingiustizie commise contro i beni e le famiglie degli assenti(557). Tale anche è stato il tempo degli Eraclidi, cioè quel tempo nel quale i grandi tentarono di riacquistar sulla plebe i diritti perduti; tentativi male augurati, perché contrari a quell'ordine eterno pel quale le idee non possono mai retrocedere, e che ebbero esito felice solamente in quelle cittá nelle quali e la plebe ed i grandi vennero tra loro ad eque transazioni. Tale fu Sparta. Nelle altre cittá or periron gli Eraclidi, or la plebe, e spesso la cittá intera.
      Ove uno de' padri ha soverchiati tutti gli altri, per l'ordinario è nata la tirannide, e tutti que' mali e quelle vicende che gl'iddii hanno addette per compagne e seguaci inseparabili di questa peste del genere umano.
      Or vedi tu questa lotta eterna tra gli ottimati e la plebe, tra i ricchi ed i poveri? In essa sta la vita non solo di Roma, di Atene, di Sparta, ma di tutte le cittá. Ove essa non è, ivi non è vita: ivi un giogo di ferro imposto al cittadino ha estinte tutte le passioni dell'uomo e, con esse, il germe di tutte le virttú, lo stimolo a tutte le piú grandi imprese.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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