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      Dal rispetto estremo che i romani hanno per la loro religione e per gli usi de' loro maggiori. Ecco i due cardini, sui quali tutta si aggira la macchina della loro cittá(560). Finché durerá tal moderato costume, Roma continuerá a prosperare. Ma rovinerá appena la plebe vorrá tutto ed i padri non avran piú che cedere. Imperciocché, dopo aver eguagliati a poco a poco gli ordini, si vorranno eguagliare anche gli uomini; dopo aver eguagliati i diritti, si vorrá l'eguaglianza anco dei beni: e sorgeranno da ciò dispute eterne e pericolose. Eterne, perché la ragione delle dispute sussisterá sempre: vi saranno sempre poveri, vi saranno sempre uomini da poco, i quali pretenderanno e crederanno di meritar molto. Pericolose, perché tali dispute moveranno sempre la parte piú numerosa del popolo: i poveri, gli scioperati, i viziosi, tutti coloro i quali, nulla avendo che perdere, non ricusan qualunque modo loro si offra a guadagnare. La popolazione di Roma crescerá, ma credi che perciò crescerá il numero de' savi e de' buoni? Le assemblee diventeranno piú tumultuose, le decisioni meno prudenti. I cittadini dalle sedizioni civili passeranno alla guerra. Fra tanti partiti nascerá la necessitá che ciascuno abbia un capo; tra tanti capi uno rimarrá vincitore di tutti. Ed avrá fine cosí la lite e la vita della cittá.
     
     
     
      LXVII
     
      DI PONZIO AD ARCHITASTATO POLITICO DELL'ITALIA
      DIFETTI DELLA COSTITUZIONE SANNITICA. PROGRESSI DI ROMA
     
      [Alleanza romano-sannita - Sua perniciositá - Impossibile che tra i romani e i sanniti non si venga, un giorno o l'altro, a fiera guerra - Cinque soli popoli ancora potenti in Italia - Primi tra essi sanniti e romani - Tre sorte di "prudenze": dell'uomo, delle cittá, delle genti - Quest'ultima piú facile che non si creda - La pace è figlia della virtú - L'effetto d'una nuova alleanza romano-sannita sarebbe un maggiore ingrandimento di Roma - La vera forza di un popolo non sta né nel numero degli uomini né nell'estensione del suo territorio - La disciplina è debole nelle federazioni (Sannio), forte nei governi unitari (Roma) - Al Sannio, insomma, non conviene aver né guerra né alleanza coi romani.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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