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      Giá ti č noto esser giunti da Roma due legati alla nostra repubblica. Ne' primi giorni non parlarono se non di certo frumento comprato o non comprato, che so io, dai campani. Ma il vero fine della loro venuta č quello di rinnovar l'alleanza che da molti anni unisce il popolo romano ed il sannita; alleanza, la quale tu sai che, stipulata per un tempo limitato, č ormai prossima a disciôrsi. Han confidato questo loro disegno, prima che ad altri, a me, ed a me solo. Io mi san dimostrato poco inclinato a secondarli, ed essi han tentati gli animi degli altri, e molti ne han sedotti. L'affare si proporrá ne' concili. Chi sa che risolveranno i miei compagni? Roma ha tra noi moltissimi amici. I deputati d'Esernia son tutti per Roma; e, giorni sono, uno di essi mi disse che, se mai scoppiasse guerra tra il Sannio e Roma, Esernia sarebbe incerta qual de' due seguire. - Ma se mai seguiste i romani - loro risposi io, - spero che gl'iddii non permetteranno che i sanniti dubitino un sol momento di distruggere Esernia(561). - Altri credon di buona fede che questa alleanza sia utilissima. Io la reputo perniciosissima al Sannio ed a tutti gli alleati del Sannio.
      Qual bisogno abbiam noi ed i romani di un trattato per essere amici? Non vi č nessuna lite antica da comporre, nessuna ragion di temere un'inimicizia nuova. Qual bisogno dunque vi č che un feciale romano ed un feciale sannita(562) si uniscano per scannare un porco sopra un altare di zolle, ed invocar Giove ottimo massimo perché assista testimonio e vindice di ciň che giuriamo; cioč di voler vivere con quella eguaglianza di diritto, la quale non i rettori, non i sacerdoti di tale o tal altra cittá hanno concepita e scritta, ma lo stesso Giove ha insegnata a tutte le genti ed impressa ne' cuori di tutti gli uomini?