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      Le menti erano ancora ingombre dal lutto, dall'orrore, dalle moltiplicate immagini di morte; i cuori ancora turbati dal pavore, dal dubbio, dal sospetto: l'uomo era agli occhi di un altro uomo piú terribile del lupo che divora le nostre gregge. Alle sponde de' fiumi e sul margine de' sacri fonti, si videro, e parlaron le prime parole di amicizia e di pace: le timide verginelle vennero ad attigner l'acqua e vi bevvero l'amore. Ma esse eran la preda de' piú forti che le afferravan pei capelli e le strascinavan piangenti ne' loro antri paterni. Tu, regina, insegnasti la prima agli uomini una vittoria piú gloriosa ed un dominio piú caro. Per te il giovane vigoroso disse in faccia alla patria: - Ecco la vergine che io scelgo per mia compagna. - E le donzelle appresero da te a nominar senza rossore il forte ch'era padre dei loro figli. Tuoi sono, o regina, i sacri riti che ogni anno, al ritorno della primavera, rinnoviamo in questo loco. Accetta, o dea, i voti che in un giorno solenne ti offre un popolo devoto(585). -
      Giá la pompa solenne arriva al luogo sagro. Compiuti i sagrifici, tutto il popolo si dispone in un immenso anfiteatro. Al lato destro siedono i genitori ed accanto a loro stanno in piedi i giovinetti; al sinistro le madri e loro stanno accanto le vergini. Oh! con quanta aviditá l'occhio dello spettatore scorre sulli tanti e vari modelli di bellezza che gli offrono i due gruppi! Ne' giovani la natural bellezza delle forme è rinforzata dagli esercizi vigorosi e dal lungo uso della milizia, che quasi la farebbe sembrar feroce, se non fosse in questo giorno temperata e rammorbidita dal desiderio di piacere.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772