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      Ma chi è quel vecchio venerando che si vede in mezzo ai giovani sposi, e che tutti salutano ed onorano qual padre comune? Egli parla: - Anche io avea un figlio, e questo figlio avrebbe anche egli ricevuto oggi insiem con voi il premio del valore. Non avea egli combattuto con voi, o valorosi?... - Mesto silenzio siede sui labbri di tutti; si discostano a poco a poco e gli fan piú largo cerchio: sugli occhi di tutt'i giovani quasi si vede una lagrima... Ma egli: - È forse questo giorno di pianto? Non sapete voi tutti, forse, che mio figlio era valoroso? - Valorosissimo - ripeton tutti. - Ciò basta: di mio figlio io avea desiderato farne un cittadino valoroso; l'ho ottenuto: non avea mai preteso farne un immortale. Egli è caduto come cadono i forti, il suo nome è stato proclamato insiem coi nomi degli altri forti, il suo cenere riposa nel sepolcro de' forti. Egli amava Calavia, e Calavia era degna dell'amar suo. Il fratello di Calavi a amava mia figlia, e la figlia mia amava il fratello di Calavia. Io faceva voti agl'iddii perché il figliuol mio si rendesse degno di sceglier Calavia e che mia figlia fosse degna del di lei prode fratello. Gl'iddii, de' miei due voti, non hanno esaudito che un solo!... - E cosí dicendo prese per mano il giovine Calavio e la giovinetta figlia... - Ma, Calavio, tua sorella dov'è? Perché si priva dell'onore dovuto a tutte quelle sue compagne che han meritato l'affetto de' valorosi? Vieni, Calavia, vieni ancor tu. Valoroso, per Giove! era mio figlio; e mio figlio non ad altra avea dato il suo cuore che a te.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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