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      Ma a me pare che colui, il quale dimanda se il mondo sia o no eterno, dimandi cosa, la quale, considerata per un aspetto, non si può negare; per un altro, non si può affermare. Quando Ocello per universo intende la serie di tutt'i possibili, allora chi potrá negare che qualche cosa sempre vi sia stata, e che nulla possa nascere dal nulla? Ma son due proposizioni diverse dire "Qualche cosa sempre vi è stata" e "Questa cosa vi è stata sempre". Il mondo può ben esser eterno, ed il genere umano aver una origine piú recente.
      Qual ti sembra questo mio pensiero? I due fratelli non seppero che oppormi; ed il maggiore, o persuaso o convinto che fosse, mi disse: - Sia pur ciò che tu vuoi; non ti negherò che il genere umano abbia potuto aver, come tu dici, un'origine piú recente. Non vediamo noi tutto giorno molte isole rimaner lungo tempo deserte e poscia abitarsi or da questo or da quell'altro popolo? Sia il genere umano antico o nuovo: questa nostra Italia ha potuto esser un giorno senza abitatori; e noi oggi vogliam sapere chi primo vi abbia stabilita la sua dimora. Non è questo quello di che tra noi si contende?
      - Appunto.
      - Orbene, lo stesso nostro zio, il quale credeva il genere umano eterno, non negava che per talune grandi commozioni della natura una parte del medesimo, abitatrice di qualche regione, avesse potuto rimanerne distrutta. Talune terre sappiamo essere state inghiottite dal mare; altre o inondate dalle acque o desolate dalla furia de' venti o arse dal fuoco che si chiudeva nelle viscere dei monti; e da queste rovine pochi uomini appena si sono salvati come padri delle generazioni venture ed epoche di una nuova istoria.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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