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      Non esistono due soli uomini sulla terra i quali abbiano la pronunzia medesima, perché non possono due uomini diversi avere gli stessi organi. Dipendono in gran parte tali differenze dalla natura delle regioni, de' siti piú o meno montagnosi, dal cielo piú o meno dolce, nel quale vivono gli uomini che parlano una lingua. Voi stessi greci non avete voi quattro dialetti, i quali dir si possono quattro favelle diverse? Un uomo di Efeso, che capita in Atene, non è forse, alla prima parola che pronunzia, riconosciuto per forastiero dalla piú sciocca rivenditrice di cicorie e di porri che sia nel Pireo?(617). E se il commercio tra Efeso ed Atene fosse meno frequente di quello ch'è, non credi tu che la cicoriara ateniese avrebbe bisogno di un interprete per intendere l'ospite efesio? Vedi dunque quale è l'indole delle lingue. Una picciola parte dipende dalla natura, e questa è forse diversa in ogni uomo nonché in ogni popolo. Un'altra grandissima dipende dal consenso degli uomini, i quali stabiliscono per convenzione e la scrittura e l'armonia, e creano da per loro stessi tutte quelle parole, le quali o esprimono le cose che gli uomini non conoscono se non per lo sviluppo della specie, o non esprimon cose le quali sien fuori di noi, ma bensí gli affetti e le idee che sono entro noi stessi. Tieni gli uomini separati, e le lingue, che in origine eran simili, diventeranno diverse: tienli uniti, e le lingue diverse diventeranno simili.
      La natura non ha divise e distinte le lingue come un venditore di colori che li tiene in tanti bossoli diversi, talché tu puoi dire senza timore di errare: - Questo colore è rosso, e quest'altro è giallo; - ma, simile ad un dipintore eccellente, mesce i vari colori tra loro, e passa dall'uno all'altro con mezzetinte finissime e quasi insensibili, in modo tale che tu corri coll'occhio, senza avvedertene, dal sereno azzurro, che ancora tiene le parti occidentali del cielo, al dolce color di rosa onde l'aurora abbellisce l'oriente, e da questo al nero colore della notte che ancora domina nelle valli inferiori.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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