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      Allora la storia (s'è vero che le cose umane piú da vicino toccan gli umani petti) produce un'impressione piú profonda, piú lunga, piú giovevole che non produsse quel grande istesso, il quale primo osò ricercare un ordine nell'infinita varietá della materia e primo annunziò agli uomini la necessitá e l'esistenza di una Mente.
      Si conosce allora ogni uomo esser capace di perfezione, perché è dotato di ragione, e tra esseri tutti ragionevoli esservi una ragione comune, unica e vera loro legge e primo vincolo di ogni societá umana; esservi dunque un perfezionamento comune, del quale tutto il genere umano è capace, e che consiste nella massima attitudine degli animi al vero, al bello, al buono.
      Allora si comprende la vera dottrina, che la sapienza degli antichi ha nascosta sotto il velame di quelle favole strane che hanno a noi tramandate sulle varie vicende del mondo e sulle diverse etá del genere umano. Imperciocché tu rammenti quello che dagli antichi si è detto(633), cioè che il mondo, uscito dalle mani del suo grande architetto, rimase per lunga etá sotto l'immediata sua provvidenza; e quell'etá da alcuni chiamasi l'etá della direzione, essendo gli stessi iddii re e duci degli uomini, e tutte le cose disposte e condotte da speciale loro provvidenza; da altri, etá della spontanea produzione, poiché tutte le cose necessarie alla vita la terra da se stessa produceva, e gli uomini potevan chiamarsi, siccome Omero li chiama, con "facilitá viventi", perché non aveano né alcun timore d'ingiustizia, né alcuna necessitá di fatica.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Mente Omero