Ma, avendo l'antico architetto e duce rilasciate le redini del governo ed il mondo a se stesso abbandonato, questo soffrí grande ed universale sconvolgimento in tutte le sue parti, grandi mutazioni nel corso de' cieli e terribili cangiamenti nella superficie della terra, e molte razze di animali si estinsero, finché, dopo infinite e grandi sciagure, il mondo riprese il suo regolar movimento e l'ordinario suo corso. Ma non ritornò piú la prima etá; la terra non produsse piú nulla da se stessa; e, invece degl'iddii, presero il governo degli uomini la fortuna e la necessitá, grandi maestre, questa della sapienza, quella delle arti necessarie alla vita.
Queste ed altre simili favole, che ne' misteri si espongono agl'iniziati(634), adombrano e le vicende della natura e la storia del genere umano, e servon nel tempo a rendere agli uomini piú venerabile la provvidenza degl'iddii e piú cara la virtú. Imperciocché coloro, i quali osservan piú la vita degl'individui che della specie, o negano che vi sia una virtú comune a tutti gli uomini, la quale non vi potrá mai essere se non vi è un bene che a tutti gli uomini sia comune, ed un fine al quale tenda tutta intera la specie; o negano che vi sia una provvidenza universale, la quale ami di amor giusto ed eguale tutti gl'individui onde la specie è composta, e tutti egualmente li guidi verso la perfezione. Coloro, al contrario, i quali tutta intera contemplan la vita della specie umana e ne seguon le vicende attraverso i circoli infiniti del tempo, vedono, ad onta delle azioni scellerate di due, di tre, di mille uomini, il progresso lento ma costante di tutta la specie verso la sua perfezione; e quelle stesse azioni di pochi, i quali par che lo turbino, vedono tutte esser dirette a confermare l'ordine generale; la varietá degli avvenimenti attestar l'unitá del fine, le infrazioni confermar l'esistenza della legge, la moltiplicitá de' cangiamenti dimostrar l'unitá della vita, e le distruzioni degl'individui provar l'eternitá e la perfezione della specie.
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