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      La parte principale dunque della critica deve aggirarsi sulla fede che merita ciascuno di tali scrittori.
     
     
      II
     
      Il primo ad avvertire la necessitá di questo esame č stato Meiners. Il suo sistema, pieno d'ingegno e di erudizione, ha per altro alcuni difetti.
      1. Non sempre č retto il giudizio che pronunzia di alcuni autori. Disprezza soverchio Timeo, unico scrittore italiano che sia stato vicino di etá e di patria ai pittagorici. Accuse che dá a Platone confutate. Platone č degno di tutta la fede. Si risponde alle accuse che dá di sincretismo, tanto a lui quanto ad Aristotele, il maggior numero degli scrittori di storia filosofica.
      2. Non č libero da ogni opinione anticipata. Incomincia dal supporre l'anterioritá della civiltá greca sulla italiana. Questo, se non altro, č dubbio; ed un sistema non si deve mai fondare sopra un dato disputabile. Crede, l'opinione di esser stati gli altri popoli anteriori in civiltá ai greci, nata dopo l'epoca di Alessandro. Si dimostra precisamente l'opposto.
      3. Distingue gli scrittori in varie etá. Dá tutta la fede a quelli che sono contemporanei de' pittagorici. Agli altri presta fede nel solo caso che o citino l'autoritá o adducano il passo di un de' primi. Questo criterio di veritá, ch'egli stabilisce, si dimostra falso il maggior numero delle volte, tra perché grandissimo era in quell'epoca il numero de' libri apocrifi, tra perché di rado questi scrittori secondari ricorrevano ai fonti, tra perché, finalmente, di rado aveano tanta intelligenza quanta era necessaria per intenderli bene.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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